3 thoughts on “Lo scontro politico nell’epoca di Facebook

  1. daniel ha detto:

    Ciao.
    Ho letto attentamente il Tuo articolo e trovo che non avresti potuto definire meglio la questione, specialmente quella odierna con le tribune social-politiche sempre più simili ad un ring di pugilato o, meglio ancora, di wrestling.
    Purtroppo i social sono stati, storicamente, una bella invenzione, con la possibilità per persone distanti di tenersi in contatto in ogni momento.
    Il problema è che da grande utilità son diventati un gran danno, specie per le idee politiche.
    Se dai un parere positivo su un’iniziativa di un gruppo o partito sei di quel partito, se dai contro non va bene perchè devi uniformarti. Pensa che quando ero in lista per le Comunali (non le europee ma le Comunali) sono stato persino bloccato sui social e della gente mi ha tolto il saluto solo perchè non ero simpatizzante con il loro candidato.

  2. Renato Pilutti ha detto:

    Che dire, caro Neri, se non che le cose stanno -tristemente- proprio come scrivi tu. Anch’io nel mio piccolo sto battendomi senza stancarmi (per ora) sullo stesso terreno, quello di segnalare i “bachi” argomentativi, almeno dove esiste almeno un embrione di argomentazione.
    In generale, purtroppo, non si rinviene neppure il tentativo di argomentare da parte di questi utenti delle chat e, più in generale, del web. Pigrizia, ignoranza ignorante e ignoranza superba, le due tipologie di ignoranza, diversamente colpevoli, sono le fonti connotative di questa fase della comunicazione.
    Noto anch’io che persone di tutti i tipi, anche con basi culturali, o titoli accademici (da valutare bene, però), oramai rinunziano a un dialogo critico, rispettoso delle posizioni altrui, se “militano” da qualche parte, diventando, in pratica, da militanti a “militonti”. Teniamo duro, sereno Natale a te e a tua moglie, con un cordiale augurio di serenità e salute,

    Renato

  3. Giorgio Giacometti ha detto:

    E’ esattamente come dite. Mi sono divertito a smontare le tesi di alcuni cattolici integralisti sui loro blog a partire dai loro stessi presupposti, non dai miei (come è necessario fare, come sappiamo bene, in filosofia) e il risultato è quello che descrivete (sei un “cattocomunista” e via discorrendo). Ma penso che lo stesso valga per qualsiasi altra prospettiva che, se non lo era originariamente, diventa “integralista” strada webbando…

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