Archivio mensile:aprile 2021

Liberi di fare quel che ci hanno convinto di desiderare

E così da oggi, passato il 25 aprile, inizia anche la liberazione dalle misure antipandemiche. Pazienza se – come capirebbe anche un bambino – questo costerà due o tre mila morti in più, e pazienza anche se tra un paio di settimane avremo la doccia fredda di rinchiuderci di nuovo per l’impennata di casi (Sardegna docet): la libertà prima di tutto!

Ecco quindi che potremo tornare al cinema, là dove prima della pandemia non andava nessuno perché preferiva stare a casa a vedere la TV (“è più comodo… la gente fa rumore… le poltroncine sono scomode… non c’è niente di interessante… e poi è troppo caro!”); a teatro, anche lì dove nessuno prima andava (“è una forma arcaica di spettacolo… è superato dal cinema… è noioso… e poi è troppo caro!”); ai concerti, dove ante covid nessuno andava (“si ascolta meglio dall’HiFi… c’è tutto in streaming… la sera uno torna stanco dal lavoro… e poi i concerti sono troppo cari!”).

Non solo, si potrà tornare anche al ristorante – non importa se si mangia peggio che a casa e non è possibile conversare perché c’è troppa confusione – e a fare colazione al bar – ok, è una pessima alimentazione, ma poi si smaltisce andando in palestra, le hanno riaperte e siamo liberi di andare anche lì.

Si lavora duro, avremo pure il diritto di toglierci qualche soddisfazione, no?

Soprattutto, potremo tornare a socializzare! Quanto ci è mancato, in questi mesi… Quelle belle chiacchiere in gruppo nel corso delle quali tutti parlano senza che nessuno dica niente; quelle cene appassionate attorno a un tavolo troppo grande in locali troppo chiassosi, alla fine delle quali si portano a casa soprattutto la pancia che tira e la testa intontita.

Del resto, diciamocelo: non ne potevamo più di stare in casa, soli con noi stessi – con il rischio di scoprire cosa siamo veramente! – o con i nostri cari – che, per restare tali, è bene assumere solo durante i pasti. Non ne potevamo più di riflessioni, di letture, di lentezza, di riposo.

Soprattutto, non ne potevamo più di pensare!

Finalmente possiamo tornare a correre, a far casino, a consumare. Liberi di fare quel che ci è stato insegnato: “produci consuma crepa”. Per insegnarcelo hanno investito denaro ed energie, studiate competenze e ingegno creativo, ma il loro lavoro pubblicitario non è stato vano: l’abbiamo imparato talmente bene, che adesso non possiamo più farne a meno.

Desideriamo davvero quel che volevano che desiderassimo, vogliamo essere liberi di fare ciò che vogliono: lavorare per consumare, mandando avanti il sistema economico. Questo, e nient’altro.

La buona notizia è che da oggi è di nuovo possibile. E lo sarà a lungo, perché per garantircelo, proprio oggi – prova che il nostro è davvero il Governo dei Migliori – è stato presentato il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, un megaprestito – qualcosa come un quinto sullo stipendio nazionale – che ci metterà sul lastrico e ci costringerà a correre e lavorare ancora di più per ripagarlo, accumulando ancor più frustrazioni e avendo così bisogno di ancor più soddisfazioni compensative – colazioni al bar, ristoranti, palestre, feste, discoteche.

Almeno fin quando non creperemo, senza domandarci neppure perché, senza chiederci se fosse la cosa giusta, se la vita non potesse essere qualcosa di più di una corsa da un aperitivo a una cena, fatta su un SUV elettrico tenendosi connessi con l’ultimo modello di smartphone.

Avevamo avuto la possibilità di rifletterci, per un anno. Ma che noia, il pensiero!

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