Nei giorni scorsi il Segretario Generale della NATO Jens Stoltemberg (che, per inciso, non è americano, bensì un laburista norvegese) ha rilasciato un’intervista ai giornalisti, nella quale ha parlato di vari aspetti della guerra in Ucraina, tra i quali il fatto che la NATO non potrà accettare che la Russia si annetta la Crimea. Per chiunque sappia guardare con oggettività il senso della NATO, si tratta di una semplice ovvietà: un ente militare multinazionale con finalità difensive non può accettare che un paese aggressore concluda la guerra con l’acquisizione di un territorio non suo; farlo significherebbe non aver rispettato il mandato difensivo. Subito dopo, sollecitato da una domanda di un giornalista, Stoltemberg ha subito dopo riconosciuto che, nonostante la posizione della NATO, l’Ucraina è del tutto libera di concludere accordi di pace in direzione diversa – come infatti aveva ipotizzato nei giorni precedenti Zelensky – e la NATO si adeguerebbe.
Tutto logico e normale, sembrerebbe. E invece no.
I giornali – quelli che in tanti definiscono mainstream e guerrafondai al servizio degli USA – hanno intravisto la notizia e hanno riempito le loro pagine di titoloni: “La NATO si oppone a Zelensky” (quasi che fosse suo diritto o suo potere); “Gli alleati non accetteranno mai di dare la Crimea a Putin” (come se la Crimea fosse proprietà degli alleati), “No all’annessione della Crimea” (in che senso?), e via discorrendo.
E fin qui nulla di nuovo: i giornali, lo sappiamo, fanno il loro sporco lavoro. Molto sporco, perché deformando le notizie, offrendole in un certo modo, sono pesantemente corresponsabili del pessimo modo in cui i cittadini le interpretano. Tuttavia, appunto, lo sappiamo; quindi, siamo tutti in condizione di usare lo sito critico e – leggendo meglio la notizia, contestualizzandola – di arrivare a darle il giusto significato.
Pare però che quest’ultima cosa a molti non riesca, anzi, non riesca proprio a quelli che accusano i giornali di distorcere i fatti. Sono proprio loro, infatti, che hanno preso questa notizia così come l’hanno malamente presentata i giornali, usandola poi come conferma della loro tesi di una guerra voluta e pilotata dagli USA, preparata dalla NATO con le “provocazioni” a Putin, condotta “usando” gli ucraini per propri fini aggressivi.
“Continuiamo così, facciamoci del male”, si diceva una volta. Non bastava la propaganda russa, che – basterebbe informarsi un po’ – agisce pesantemente da anni e diffonde proprio questo tipo di letture; ci voleva anche il megafono degli stolti, dentro al quale urlano tutti coloro che – e crescono sempre più di numero – sono incapaci di riflettere, di mettere da parte i loro pre-giudizi, di guardare le cose nella loro complessa oggettività.
Non c’è solo la guerra, da fermare, ma anche l’incapacità di ragionare. Ma farlo sarà molto più difficile che trattare con Putin.