Archivio mensile:gennaio 2022

Cavalieri e Resistenza: il 2022 sarà l’Anno del Predone?

Nato lo stesso giorno di mio padre, fra poche settimane il mio vicino di casa compirà novantanove anni. Da giovanissimo, reagendo all’arresto e alla deportazione del suo datore di lavoro ebreo, si unì alla resistenza e passò alcuni anni in montagna, fino ad assumere la carica di comandante di brigata partigiana. Una decina di anni fa la sua storia è stata narrata in un libro che lui, già novantenne, riassumeva con leggerezza nelle presentazioni pubbliche o nelle scuole. Finita la guerra, essendo persona mite e laboriosa, aprì una piccola fabbrica, con diversi dipendenti, grazie alla quale è vissuto dignitosamente con la sua famiglia, senza arricchirsi, ma ricevendo l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro. Me lo confidò una volta, sottovoce, mostrandomi la targa che conservava nascosta in un cassetto e facendomi promettere che non l’avrei detto in giro «perché, sai, questo titolo ce l’hanno persone con le quali preferirei non essere confuso e non aver nulla in comune» – disse con sorriso sarcastico che alludeva a un altro Cavaliere, in quel momento alla guida del Paese.

Qualche anno dopo, tuttavia, trasse fuori dal cassetto quella targa e l’appese fiero in soggiorno; era infatti successo che quel titolo fosse stato revocato a chi ai suoi occhi lo spogliava di valore e dignità, e che perciò anche lui potesse finalmente mostrarlo senza vergogna.

In realtà quel Cavaliere del Disonore non solo il suo titolo non lo ha mai perso – semplicemente perché nessuno ha mai attivato la procedura necessaria a farlo decadere (richiesta del Ministro e Decreto Presidenziale), come per esempio avvenuto all’appena defunto Callisto Tanzi – ma oggi si parla persino di farlo diventare Presidente della Repubblica, simbolo e rappresentante di tutti gli italiani, cosa alla quale lui lavora alacremente contattando uno a uno i Grandi Elettori, con modalità – mercantili più che democratiche – già ampiamente utilizzate con successo in passato.

Qualche anno fa il mio vicino mi confidò che, dopo aver smesso di leggere l’Unità cui era abbonato, aveva anche smesso di andare a votare: non avrebbe saputo per chi, visto che a suo parere nessun partito aveva più un progetto di società giusta. E concluse amaramente: «non era per questo che ero andato in montagna…». Oggi, di fronte a quel che si paventa, probabilmente trarrebbe la medesima, triste conclusione, se non fosse che – nonostante sia ancora in buona salute, reattivo e comunicativo – a novantanove anni la realtà di cui ha piena percezione non ha più l’ampiezza e la coerenza di un tempo: forse, per sua fortuna, neppure si renderà conto del disonore che colpirà di nuovo lui e l’intera nazione quando verrà eletto un Presidente che (per tacer del resto…) ha subito una condanna a quattro anni per frode fiscale e al quale, per questo, neppure spetterebbe più un titolo onorifico qual è il Cavalierato.

Il guaio è che – a giudicare dalla scarsa reattività dei cittadini di fronte a questa sconcertante possibilità – a non accorgersene, assieme a lui, saranno in tanti, senza neppure la giustificazione dell’età – incluso chi oggi (stra)parla di resistenza al totalitarismo, quando dovrebbe invece solo resistere alla propria paura di vaccinarsi. E se quei tanti finiranno per essere i più, allora il 2022 sarà ricordato come l’Anno del Predone.

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