Archivio mensile:dicembre 2013

Generazioni di potere

Il 2013 – ha sostenuto il Presidente del Consiglio Letta – sarà ricordato come l’anno della svolta generazionale: si è affermata una generazione di quarantenni senza alcun precedente nella storia repubblicana, se non nell’immediato dopoguerra. Ebbene, non possiamo fallire”.

A me sembra che questa generazione, presentandosi in questi termini, abbia già fallito prima di cominciare. Perché una generazione (cioé per il vocabolario Treccani “l’insieme degli individui aventi pressappoco la stessa età”) non può e non deve pretendere di rappresentare da sola tutte le altre. A maggior ragione se, come in questo caso, la sua improvvisa e inusuale ascesa si verifica a scapito di un’intera altra generazione – quella degli oggi cinquantenni – la quale, dopo essere stata espropropriata della possibilità di dire la sua dai genitori e dai fratelli maggiori, adesso è costretta al silenzio da quelli minori.

Ben trentadue anni fa Gianfranco Manfredi – il quale, sebbene di una generazione diversa, rappresentò in musica il “movimento del ’77”, quello dei nati attorno al 1960 –  cantava nella sua Abbiamo scherzato:

Per esempio voi le fabbriche non le sapete fare
Eppure è più di un secolo che state lì a provare
E allora rassegnatevi e andatevene al mare
Facciamo noi…via, andare!

Facciamo noi i negozi che voi non sapete fare, Eh!
Non sapete scegliere la merce da smerciare
Le stoffe si ritirano, le scarpe fanno male
E allora andare.. via, andare!

Facciamo noi le scuole, non sapete insegnare:
ancora coi registri, i voti, la circolare,
ancora gli scrutini e lo scritto e l’orale,
son più bravi i computers! Voi, andare!

E lo Stato, lo Stato non sapete amministrare
Venite via, non c’è più quasi niente da rubare!
Vi abbiamo delegato, vi dovremmo legare
E allora andare.. meglio andare!

No, nessuno vi vuole fare male,
neanche con un dito vi vogliamo toccare,
È che se non riuscite a farvi funzionare, cari?
Allora state a casa! Andare, no!?!
Andate voi a fare il teatro gestuale,
marmellate, preghiere e ginnastica orientale
Sicuro neanche quello lo saprete fare,
ma almeno ci lascerete lavorare..

Certo, quella generazione qualcosa di “sbagliato” deve pur averlo fatto, visto che pur avendo riconosciuto da tempo la sua eliminazione dalla scena non ha saputo opporvisi ed evitarla. Capire che cosa sarebbe molto interessante non solo per chi di quella generazione fa come me parte, ma anche per comprendere in generale come funziona il potere. Ovviamente per riuscirvi servirebbero studi specifici attenti, ma una prima suggestione può venirci proprio dalle strofe di Gianfranco Manfredi (comunque filosofo, almeno ai suoi esordi). Il ritornello della canzone citata – tutta peraltro permeata da un’ironia surreale e corrosiva – infatti recita:

Noi abbiamo scherzato,
Noi abbiamo scherzato,
Abbiamo detto tutto
abbiamo detto il contrario:
Scherziamo,
ma faremo sul serio..

Dunque quella generazione ha scherzato e fatto del sarcasmo, ha osservato gli errori del potere e ironizzato, ha sperimentato e proposto altro (il teatro gestuale, le marmellate, la preghiera, la ginnastica orientale…); ma non ha lottato per prendere il potere. Anche quando diceva “Allora state a casa! Andare, no!?!”, in realtà stava scherzando.

Anche se è solo una traccia, tuttociò ci permette di dire che a quella generazione ha fatto difetto l’arroganza: quella che ha tenuto le generazioni precedenti al potere per anni e anni impedendo il ricambio; quella che non fa difetto alla generazione dei Letta che, con orgoglio autistico, si candida a guidare da sola le altre. E ci conferma anche che il grande cambiamento che ci aspetta è ancora una volta quello teorizzato dal Principe di Salina e che a chi non è disponibile a collaborare non resta forse altro che tornare “a fare il teatro gestuale, marmellate, preghiere e ginnastica orientale”.

Peccato per il Paese, ma meglio per chi lo farà: è infatti proprio quello il genere di attività – e non le vanagloriose lotte per il potere – grazie alle quali si accrescono le relazioni e si cementano le amicizie. Le sole cose che, come ci ricorda Stefano Bartolini nel suo Manifesto per la felicità, permettono di vivere bene la vita.